Cos’è e che vantaggi dà
Il manto fondamentalmente si differenzia dal sottomanto per la sua granulometria più fine e per l’assenza della componente argillosa cruda, infatti è il risultato conseguente alla frantumazione di mattoni attentamente selezionati, null’altro. Un campo appena rifatto solitamente è concluso nel momento in cui viene steso il manto. La stesura del manto ha fondamentalmente due scopi: dà come risultata superficie di gioco esteticamente più piacevole, con un colore rosso acceso. Protegge il campo da un precoce logorio dovuto al continuo “scivolare” dei giocatori.
Il “rapporto” dei Circoli con il manto
Ti posso tranquillamente dire che ogni Circolo fa da sempre come meglio crede per quanto concerne il suo utilizzo. Infatti c’è chi preferisce abbondare per “camuffare” eventuali imperfezioni riscontrate sul campo, e la cosa ci sta perfettamente se lo scopo è di farlo sembrare migliore di quello che effettivamente è. Ad esempio se siamo prossimi ad un Torneo e vogliamo far bella figura, giochiamoci pure questa carta. C’è chi invece non lo usa e confida nelle qualità del sottomanto usato, che oltre ad avere la dovuta componente argillosa per essere lavorato, ha pure un colore bello vivace nel suo DNA come nel caso delle Terre rosse Cremonini. Ad ognuno la propria scelta.
Quanto manto?
Se decidi di usarlo, puoi trovare online anche sui siti delle Aziende che vendono terra rossa, indicazioni in merito al quantitativo da usare per fare un buon lavoro. Solitamente però questo si discosta di molto dalla quantità di prodotto che personalmente uso. Chi ha torto? Nessuno, però è il campanello d’allarme che ti deve portare a sperimentare per raggiungere il tuo giusto grado di soddisfazione finale. Per un campo nuovo, Io utilizzo circa 12-14 sacchi da 25 kg. I vari “ricarichi” durante la stagione, che sono inevitabili, dipendono direttamente ad esempio da quanto è vasta una zona della superficie di gioco su cui una brutta giornata ventosa ha “spazzato” via tutto, oppure da quanta terra ho tolto lungo la cordonata del campo, perchè lì va ad accumularsi, sempre a seguito di un forte vento o di conseguenza ad un temporale. In questo caso tendo a rispettare le proporzioni di uscita. Se tolgo 50 kg di materiale allora aggiungo 50 kg di manto. Tranquillo, con il tempo e la maggiore esperienza riuscirai a far quadrare tutto.
La giusta strategia
Quando ti accingi a sventagliare il manto, buttarne lo stesso quantitativo su tutto il campo può sembrare una cosa ardua. Se invece lo “dividi” in settori tutto diventa più facile. Le mie regole sono le seguenti: faccio una metà campo alla volta e la rete fa da confine fisico. A questo punto con 3/4 sacchi da 25 kg copro la superficie del campo delimitata dalle righe di gioco, a seguire faccio il giro della parte che va dall’esterno del campo alla cordonata e la riprendo tutta cercando però di non stendere il manto troppo vicino alla cordonata che non serve a nulla. Con altri 3/4 sacchi tranquillamente il lavoro si conclude. La stessa cosa la faccio sull’altra metà campo. 16 sacchi da 25 kg sono il numero da non superare se non vuoi che il campo diventi troppo “pieno”. Un campo con manto in eccedenza, da bagnato è bellissimo da vedere, ma appena inizia a “seccare” sembra di giocare sulla sabbia in spiaggia: palline che si affossano ed accumuli qua e là che non si possono vedere.
La gomma dell’acqua ti segnala le eccedenze
Se quando annaffi il campo ti porti dietro accumuli di terra per la lunghezza della gomma dell’acqua allora è il momento di toglierne un po’. Puoi far finta di nulla e con la suola delle scarpe distribuirla ma il problema rimane. La mia soluzione non è quella di togliere direttamente terra dal campo ma fare “pulizia” lungo il perimetro di gioco con cadenza regolare. Saranno i giocatori sul cambio dell’ora, attraverso l’uso della stuoia, a riportare il manto verso l’esterno del campo. E’quindi un ciclo che nel quotidiano si ripete molte volte mantenendo la superficie nello stato ottimale.
Difetti del manto
L’uso del manto accelera la naturale chiusura delle celle di porosità del sottomanto. Queste celle permettono all’acqua di entrare in profondità nel sottomanto. Se al posto dell’aria si riempiono della componente granulometrica più fine del manto, allora come risultato ho una superficie che tendenzialmente drena meno. Riparleremo della cosa in altra sede. Altro problema non da poco: in caso di pioggia, la presenza di abbondante manto implica che si creerà una sorta di strato “cremoso” sul campo è sarà molto più difficile usare il rullo senza fare danni. Consiglio di eseguire una “perlustrazione” al campo prima di prendere decisioni affrettate.