Siamo sicuri di esserci presi la briga far progredire il nostro Circolo nel tempo, oppure: “come la va’, va’”? Questa domanda ce la poniamo solo quando qualcosa non sta andando a seconda delle nostre aspettative. La “frittata” è già stata fatta e ci si deve preoccupare di risistemare le cose. Se però abbiamo la lungimiranza di intendere il Circolo non solo come un ambiente in cui ci si diverte ma una vera e propria Associazione da “seguire e tutto tondo” giorno per giorno, molte domande ce le dobbiamo porre prima che accadano situazioni spiacevoli e le risposte, aimè, non sempre sono a portata di mano o facili da trovare.
Anch’io ne sono spesso vittima e, reduce dall’ennesimo battibecco societario su chi la sa “più lunga” su di un determinato argomento, con la conseguenza di veder sfaldato l’organo Direttivo pure sulle decisioni più semplici da prendere, mi sono iscritto, con mia grande soddisfazione finale, ad un corso formativo per Dirigenti e Manager sportivi indetto dal CONI VENETO e svoltosi a Rovigo.
La mia iscrizione è avvenuta da freelance e non in rappresentanza di una Società sportiva, questo per permettermi di assumere la “responsabilità” dell’impegno preso senza cadere nella trappola del: “sono stato mandato”. Questo approccio è fondamentale per una crescita personale e professionale che a mio avviso devono andare assolutamente a braccetto nel mondo del lavoro. Gli argomenti trattati sono stati di vario carattere:
- Scenario e contesto operativo delle Società sportive
- Sport e marketing
- Risorse umane
- Gestione del team-feedback
- Norme e tributi
- Sport ed eventi
Ora, rileggetevi la lista degli argomenti. Chiedetevi se avete mai preso in esame di focalizzare le vostre problematiche almeno in questi 6 punti. Suddividere il contesto sportivo in cui siete immersi, in blocchi specifici e chiari da trattare è un’ottima cosa.
Poi si passa allo step successivo: capirne di cosa si tratta. Serve una formazione specifica sull’argomento e qua entrano in gioco i professionisti, coloro i quali lo fanno per mestiere e sono lì in attesa di essere contattati, pronti ad insegnarti qualcosa che prima neppure immaginavi si potesse “replicare” nel tuo ambito associativo.
Ho sempre detto di essere una persona fortunata e anche stavolta è andata così. Mi sono ritrovato a partecipare ad un corso GRATUITO (nel senso che non ho pagato, ma il CONI ne ha sborsati di soldi e non pochi…) con relatori Top. Tutti di primissimo ordine se non addirittura esperti di fama Nazionale. Per fama intendo quella che ti guadagni sul campo, lì in trincea con le Società sportive. Sono quelli che se gli chiedi qualcosa non ti guardano dall’alto in basso prima di risponderti, ma si siedono con te e ti dicono le cose così come stanno: pane al pane, vino al vino. Quelli che se il dibattito finisce alle 13.30 e tu vai a mangiare il panino, se ne stanno in aula a parlare con chi ne ha ancora bisogno e te li ritrovi alle 14.30 a inizio lavori del pomeriggio. Se poi ragioni sul fatto che al pomeriggio a relazionare ci sarà un’altra persona e non quella ancora in cattedra presente dal mattino, capisci che c’è qualcosa nell’aria di diverso rispetto al clima che ti ritrovi quando torni nella tua realtà sportiva. Nessuna polemica cari miei. Troppe volte dimentichiamo di darci una mano tra di noi e condividere quello che sappiamo per paura che qualcono ci “scavalchi”.
E’ un dato di fatto che spesso all’interno delle Società ci sia una situazione “stagnante”, dove tutto si ripete uguale nel tempo, stagione dopo stagione, anno dopo anno, errore dopo errore.
Cosa avevano in comune i fantastici relatori che ho avuto il piacere di conoscere? La passione. Il carburante senza il quale nulla può succedere. E poi qualcos’altro? Sicuramente una grande competenza su quello di cui parlano. Passione e competenza devono essere due baluardi su cui contare se vogliamo progredire con le nostre Associazioni, senza rimaniamo al palo e faremo solo “malanni”. Nel momento delle decisioni finiamola di dare retta a chi alza di più la voce. Scambiamoci opinioni “serie”e “ragionate”, ascoltiamo gli altri con senso critico e non criticando, che son due cose distinte.
Ma per quale motivo il CONI ha messo in piedi questi corsi? Perché si è reso conto che formare una figura dirigenziale professionale, spesso assente anche nelle medie realtà sportive, è il passo fondamentale per farle crescere dall’interno, dando loro gli strumenti per affrontare le problematiche quotidiane. Se il CONI reputa urgente colmare la carenza di questo tipo di Dirigenti vuol dire che non si può più andare avanti come negli anni ’90, “alla buona” come direbbe mio papà. Nel mondo dello sport attuale, di cui facciamo parte, è cambiato radicalmente il modo di rapportarsi tra Società e Federazione di appartenenza, l’approccio tra le Società e i giocatori/soci oppure tra Società e gli adempimenti burocratici, tanto per citare alcuni esempi.
Se volessi condensare quanto appreso nei tre incontri svolti, mi ritrovo con una regola fondamentale su cui assolutamente mi dovrò basare da adesso in avanti per migliorare il Club di cui sono socio e sostenitore, che è la seguente:
Per fare bene le cose serve passione per quello che fai, competenza per il compito assegnato e obiettivi chiari.
Se per esempio rivesto il ruolo di Direttore sportivo, come minimo mi devo divertire, ci devo provare “gusto” a farlo. Devo sapere qual’è il modo migliore per portar a compimento i miei doveri. L’obiettivo da raggiungere deve essere definito in partenza in concerto con tutta la Società.
Questa regola, applicata allo schema di suddivisine delle problematiche che una A.S.D. deve affrontare nel quotidiano, ci porta tranquillamente nella condizione di iniziare a vederle per quello che realmente sono e cioè situazioni da trattare, affrontare e risolvere.
Tutto facile quindi? Neppure per sogno, ma almeno sappiamo perfettamente da dove si inizia e con che approccio intervenire, non è cosa da poco.
Mettetevi in moto con un altro spirito. Riunite le figure che all’ interno della società hanno un ruolo, o perlomeno dovrebbero averlo, ridefinite compiti e strategie e puntate su obiettivi a breve termine e di facile attuazione. Con il tempo, in modo naturale, inizierete a strutturare progetti/programmazioni via via più impegnativi ma sempre consci dei vostri limiti. Questo atteggiamento costruttivo in seconda battuta si rispecchierà anche all’esterno delle quattro mura del Associazione sportiva, che diverrà quindi “più attrattiva” nei confronti di soggetti che neppure vi prendevano in considerazione fino a ieri, che siano Istituzionali (un’Amministrazione Comunale o una Scuola) oppure semplici sostenitori o genitori di bambini, potenziali nuovi “alleati” che crederanno nel vostro progetto sportivo e porteranno con se preziose nuove energie da sfruttare e perchè no forse anche qualche soldo (sponsor).
Lavorare bene paga sempre e tutto ti ritorna indietro, in primis la soddisfazione di essere migliorati come persone. Risultato non da poco.
Dopo quello che ho scritto pensi che nonostante tutto rimarrà il “tuo”, il Club tennistico più “scapestrato” d’ Italia e che non riuscirete mai a risalire la china rispetto agli “altri”? Ti rispondo con i numeri tanto per tranquillizzarti:
- 90 Il numero massimo di persone che potevano iscriversi al corso.
- 70 Il numero degli effettivi presenti al corso.
- 40 I corsisti venuti da fuori Provincia di Rovigo.
- 400 circa, le A.S.D. iscritte al registro CONI nella Provincia di Rovigo.
- 30 I corsisti di “casa”.
- ZERO i corsisti in rappresentanza delle A.S.D. tennistiche, (1 se dovessi contarmi per il mio Circolo di appartenenza).
Morale: Nessuna Associazione tennistica ha recepito ancora l’importanza della formazione. Si parte praticamente tutti alla pari. Non è troppo tardi per rimettersi in carreggiata.
Vi consiglio quindi di presenziare agli incontri formativi che ci vengono offerti, ce ne sono tantissimi. Non facciamo finta di nulla e impariamo a “sacrificarci” un pochino per quello a cui teniamo.
Per quanto mi riguarda, siamo all’alba di un nuovo modo di intendere un’Associazione. E’ ora di iniziare a pedalare amici miei. Iniziamo pure da zero, ridisegnamo le basi su cui poggia l’Associazione e giochiamo sempre di squadra, perchè da soli non si va da nessuna parte.
Un salutone da Maxsaggia