Per l’autunno è sufficiente coprire le righe del campo, oppure è meglio togliere anche i pali?
Premesso che esiste una parte d’Italia in cui è possibile giocare a tennis sulla terra rossa per tutti i 12 mesi dell’anno, per i meno fortunati invece il mese di ottobre combacia con la chiusura delle superfici all’aperto ed il conseguente “rintanamento” dei giocatori all’interno delle strutture indoor. Esistono anche situazioni borderline dove, attraverso l’uso del sale, si cerca di mantenere il campo in condizioni accettabili nonostante gli agenti atmosferici sfavorevoli.
Sono 4 gli elementi che, oltre la terra rossa, compongono un campo da tennis: le righe, i pali, l’arganello tendirete ed ovviamente la rete. Se ce ne prendiamo cura durante il periodo “morto” allora potremo giovare dei benefici che ne derivano.
Le righe
Per quanto riguarda le righe fissate con i chiodi, copritele in parte o totalmente con dei mattoni, delle assi di legno, oppure con tutto quello che avete a disposizione, in primis i punti di intersezione. L’obiettivo è quello di mantenerle il più possibile fissate a terra. La pioggia, il vento e il gelo tendono a modificarne lo stato e quindi in primavera non stupiamoci di ritrovarle addirittura staccate da terra a riverse su un fianco. La stessa cosa vale per le righe “tedesche”, quelle senza chiodi tanto per intenderci, a meno che intendiate toglierle completamente per riposizionarle in primavera, cosa che non si può fare con quelle chiodate.
I pali
Molti pensano che i pali di sostegno della rete siano fatti in modo tale che solamente un “eletto” possa estrarli dal terreno stile “la spada nella roccia”, ma ciò è pura leggenda metropolitana. I pali sono infilati nelle bussole e sono queste ultime ad essere “affogate” nel cemento. Quindi armatevi di buona volontà e con l’aiuto di una mazza e qualche leva cercate di estrarli. La prima volta sarà forse ardua ma poi, ad inizio stagione, ingrassando bussola e palo tutto diventerà più facile la volta dopo. La stessa operazione consiglio comunque di farla anche a chi gioca 12 mesi all’anno oppure ha una superficie perennemente indoor. Non si sa mai che, senza preavviso, si pieghi o si rompa totalmente. Allora lì sono grane. Approfittate di averli sottomano per sistemarli un poco. Una grattatina con della carta vetrata ed una mano di colore non guasteranno di sicuro.
Arganello tendirete
Di sicuro è l’elemento che teme di meno le intemperie essendo quasi sempre fatto di ottone, però al suo interno ci sono ad esempio delle coppiglie che invece si deteriorano. Togliere i rivetti o le viti di fissaggio al palo, dare una sbirciata alle condizioni in cui si trovano le parti non in ottone e provvedere ad ingrassarne gli ingranaggi, sicuramente male non gli farà.
La rete e il cavetto
Ho visto reti abbandonate a sè in tantissimi Circoli. Anche qua sembra che toglierle sia un lavoro da ingegneri. Metti che te la vendano per indistruttibile, ma puoi ben capire da te che se una cosa te la tieni da conto ti durerà di più. Sorvoliamo sul fatto che si possa quindi rompere una maglia minandone l’utilizzo. Preferisco porre l’accento invece sul cavetto d’acciaio che la tiene bella dritta. Questo cavo sicuramente ti durerà molto meno perché sollecitato giorno e notte per 12 mesi, invece che per la sola stagione in cui il campo è in uso. Il controllo visivo del cavo è basilare per non correre il rischio che ti “lasci a piedi”, ovviamente di sera o nei fine settimana. Ma d’inverno chi controlla? Nessuno. In caso di rottura, se uno dei due terminali si infila dentro la rete, sarà lunga sistemare la cosa anche se ne hai uno di scorta in casa. Auguri.
Il momento giusto
Il momento ideale per compiere queste operazioni rimane comunque prima che il campo inizi a diventare “budinoso”. Occhio alla pioggia quindi. Meno “segni” lasciamo sul campo morbido con le nostre scarpe o stivali, e meno lavoro ci ritroveremo in primavera. Il campo ha “memoria” di quello che gli accade durante la stagione fredda, quindi ogni tanto andate a vedere in che stato si trova e non stupitevi se quando sarà ora di iniziare a lavorarci dentro ti ritroverai con dei punti inspiegabilmente “mangiati” dalla pioggia o carichi di muschio. A volte anche solo un occhio vigile può farti evitare spiacevoli inconvenienti.