Premessa: nel video parlo del riutilizzo della terra rossa, nello specifico Terre Davis, rimossa a vario titolo dal campo nella stagione precedente. In questo post non tratterò la cosa perchè E’ E RIMANE UNA SPERIMENTAZIONE. Eventualmente ne riparlerò in altra sede.
Quando intervenire sul campo?
Avere fretta è un errore che molti fanno. Per non partire con il piede sbagliato bisogna che le giornate si siano allungate e ci sia un clima primaverile per dar modo al sole di “lavorare” con noi. Se sei nel Nord Italia meglio aspettare fine marzo. La presenza di una “finestra temporale” tale da permetterci di fare le cose con le tempistiche giuste è sicuramente la base da cui partire. 5 sono i giorni che io mi prendo per rifare un campo intervenendo in modo invasivo, cioè “fresandolo/forcandolo” di molti centimetri. Tieni sempre presente che fare il “primo della classe” e aprire la stagione prima degli altri per poi essere costretto a lavorare di fretta ti darà come risultato un campo che 99 volte su 100 non ti soddisferà.
Da dove si parte?
- Pulizia del perimetro di gioco da erba, muschio, ecc.
- Sistemazione delle righe chiodate sperando che le abbiate coperte nella stagione fredda.
- Annaffio del campo per permettere alla macchina che andrete ad utilizzare, di fare il proprio lavoro in modo ottimale ma anche per “recuperare l’omogeneità” generale della superficie da trattare. Se volete saperne di più su alcune di queste macchine date un’occhiata qua: A.A.A. Cercasi info sulle macchine per le manutenzioni dei campi in terra rossa.
Cosa significa “recuperare l’omogeneità” del campo?
Se siete fortunati vi potreste ritrovare “partendo”, con sotto i piedi una superficie umida, leggermente spugnosa ma calpestabile. QUESTO E’ IL MIGLIOR CAMPO DA LAVORARE. Se però si presenta “secco” e “duro” questo va bagnato abbondantemente almeno qualche giorno prima dell’intervento di “fresatura” o forcatura, per 2 motivi: il primo citato precedentemente, cioè si agevola il macchinario. Il secondo è meno evidente ma fondamentale perchè: se freso il sottomanto a “secco” questo polverizza sicuramente ma la parte non interessata dal taglio rimane inalterata e sarà poco “ricettiva” in fase di aggrappaggio del nuovo sottomanto quando a campo concluso inizierò a bagnare per poi rullare. Morale della favola: ti ritroverai una sorta di sandwich fatto di 2 strati di sottomanto, uno elastico e uno rigido che non vanno per nulla d’accordo. Il caldo farà il resto e nel giro di poco tempo il campo tenderà a sfaldare e sfarinare. Sono conscio che è una tematica non proprio semplice ma prima si capisce questo principio e prima si evitano errori importanti. Non sono un mago della scrittura ma sicuramente avrete capito il succo di ciò che ho scritto.
Le righe sono i nostri punti di riferimento
L’arte del “fai da te” si basa sul concetto dell’arrangiarsi. Approfittiamo delle righe presenti e “usiamole” come riferimenti durante tutte le fasi della lavorazione del campo. Sfruttiamo quindi le singole aree che queste “perimetrano” sul campo per ricostruire le pendenze da rispettare. La riga ritorna utile pure quando si andrà a “definire” la pendenza in direzione della cordonata. Per agevolare ulteriormente la cosa, consiglio di non “tagliare” il campo fino ad arrivare a pari della cordonata ma starle distante almeno 50 centimetri. In questo modo mi ritrovo pure un altro riferimento di pendenza tangibile e tutto sarà ancora più semplice.
La “fresatura/forcatura”
Non esagerate con il macchinario che avete a disposizione. Meglio partire “tagliando” poco in profondità se avete molti dubbi sulle vostre capacità o sullo spessore del sottomanto presente in campo. Se lavorando “alzate” sassi o “pescate” sul sottofondo fermatevi a capire in che stato si trova quella precisa area del terreno di gioco e prendete eventuali provvedimenti.
Il campo perfetto non esiste, tutti dicono di avere i centimetri giusti di sottomanto ma pochi effettivamente hanno investigato
Nel dubbio ripassate nei punti che reputate meno lavorati e che non vi soddisfano, non fate finta di nulla perchè poi vi portere dietro potenziali magagne.
Quanto tempo ci si impiega a “tagliare” un campo?
Solitamente in 2 o 3 ore ce la si fa. Non abbiate fretta e state attenti a non tranciare le righe. Se poco visibili “ripulitele” più volte.
Ho smosso troppa terra, che si fa adesso?
E’ normale “impanicarsi” durante la fase di taglio. Pensate solo che per ora non avete aggiunto neppure un grammo di sottomanto e lo dovrete fare!!! Smuovendo la terra, questa prende volume ma poi quando inizierà a seccare “calerà” e tutto ritornerà sotto controllo, abbiate fiducia in voi. The show must go on!!!