L’acqua piovana è tutta “uguale” o esiste qualche differenza tra temporali, acquazzoni e perturbazioni varie? La risposta è: “sì, la differenza c’è e non è marginale”. Quello che a me interessa è spiegarvi come possiamo sfruttare al meglio, se possibile, queste situazioni climatiche per far un certo tipo di manutenzione presso i nostri campi in terra rossa. Come sempre lo spiego a modo mio, conscio che quello che scrivo rimane il mio personale punto di vista tecnico.
Temporale estivo vs perturbazione primaverile/autunnale
Il temporale estivo è contraddistinto dalla caduta di grandi quantitativi d’acqua in un tempo limitato, le perturbazioni primaverili e autunnali invece si caratterizzano da quantitativi non per forza esagerati d’acqua ma prolungati nel tempo e che quindi possono durare anche svariati giorni. A seconda della situazione il campo “risponde” in modo diverso.
- La superficie di gioco dopo un temporale, intendiamoci, non sto parlando di sciagure o situazioni estreme, spesso e volentieri risponde molto bene risultando agibile nel giro di pochissimo tempo. Questo risultato sembra sorprendente, ma in realtà è la conseguenza del fatto che la ricettività del terreno nei confronti dell’acqua implica che questo ne possa assorbire un certo quantitativo in un determinato lasso di tempo. Tutta l’acqua non assorbita andrà quindi a defluire fuori dal campo. Incide sul quantitativo di acqua assorbita anche la velocità con la quale questa viene scaricata dalle canalette perimetrali o feritoie di scarico. Il campo, in soldoni non si modifica “gonfiandosi” come una spugna, perché non ha il tempo di farlo.
- La superficie di gioco a seguito di una perturbazione cambia invece in modo drastico. L’acqua che scende per ore e ore va a saturare lentamente ma inesorabilmente il sottomanto. Non ci sono canalette o punti di scolo che tengano. Se ci facessi caso, il campo a vista non si presenterebbe come un catino da scolare ma entrandoci ti impantaneresti con i piedi. Quello che ci frega è quindi la persistenza della pioggia.
Acqua piovana vs canna dell’acqua
A questo punto è doveroso mettere sotto la lente d’ingrandimento quanto sia ineguagliabile madre natura rispetto alle nostre tecniche di innaffio del campo, indipendentemente che sia per mezzo della canna dell’acqua od attraverso un impianto automatico. Per quanto possiamo essere bravi, l’omogeneità con la quale questa cade dall’alto è praticamente non replicabile da noi gestori di impianti sportivi in modo perfetto. Il vantaggio diretto più evidente è quindi un’uniformità di umidità del terreno di gioco che ci torna utile ad esempio in fase di rullaggio. E della quantità d’acqua vogliamo parlarne? Quanto tempo dovremmo “bagnare” per ottenere lo stesso risultato di una pioggia? Noi abbiamo un costo, l’acqua ha un costo. Ben venga quindi il maltempo.
Vantaggi extra della pioggia
- Weather reset
Cosa sia il “weather reset” lo potete riscoprire leggendo questo articolo:“Weather reset” e campi in terra rossa, letteralmente una manna dal cielo!!! LA PIOGGIA FA MIRACOLI!!. Riassumo dicendovi che una bella pioggia vi permette di recuperare alcune imperfezioni del campo e non solo. Il rullo, che rappresenta lo strumento principe per le nostre manutenzioni, dopo una pioggia ti permette spesso e volentieri di fare vere e proprie “magie” sul campo.
- “Assestamento” definitivo del campo rifatto
Alzi la mano chi, a campo appena rifatto, è riuscito a giocarci sopra al termine di una pioggia, anche se di intensità modesta. Presumo nessuno. Il campo infatti non è ancora “stabile” per via delle micro celle d’aria presenti nel sottomanto. Questa “porosità”, che di fatto raggiunge un certo spessore, pari alla profondità della terra precedentemente smossa, permette all’acqua di penetrare agevolmente e soprattutto di “ristagnare”. Risultato: un campo budino. E’ una problema? Sì, se aspetti che la cosa si risolva da sola. No, se ne approfitti “spremendo” il campo, ancora una volta con il nostro amato rullo. Facendolo, compatterai definitivamente la terra rossa e si noteranno in modo palese eventuali imperfezioni che prima erano nascoste.
Per concludere
Dovrà essere una buona norma visionare il campo al termine di qualsiasi situazione climatica avversa. Non diamo per scontato che ci si possa o meno giocare in base a “sensazioni”, ma siate più pratici. Cercate di imparare a “conoscerlo”, perché i campi non sono tutti uguali, un po’ come noi.